Regia di Lewis Teague vedi scheda film
Non era facile adattare per il grande schermo il romanzo breve "Cujo" di Stephen King, come non lo è, e infatti per ora resta sulla pagina scritta soltanto, "Il gioco di Gerald": ambientati come sono praticamente in modo esclusivo in uno spazio relativamente angusto( qui un'auto, là una camera da letto) dimostrano, è vero, la bravura dello scrittore a cercare di creare una suspence molto accesa in una quasi immobilità fisica dei protagonisti, ma anche ne mostrano il lato più narcisista e fine a se stesso, cioè l'esaltazione dell'autore a esibire la capacità di potenzialmente inchiodare il lettore a un racconto che ha di tutto per scoraggiarlo. Girato da un artigiano del B-movie come Lewis Teague, che già aveva avuto a che fare con animali pericolosi con il megarettile di "Alligator", "Cujo" non è entusiasmante: è girato bene, ma spesso l'angoscia cede il passo alla noia, e se l'idea di fare del tradizionale amico dell'uomo un incolpevole( è stato morso da un pipistrello rabbioso) macchina di morte era comunque folgorante, non è tra le cose più felici tratte da King.
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