Regia di Fabrizio Bentivoglio vedi scheda film
Fausto - detto Johnny - è un ragazzino di Caserta che cerca in ogni modo di trovare un lavoro per non partire per il militare. Il suo sogno è suonare la chitarra e l'orchestra del maestro Riverberi sembra offrirgli l'occasione giusta. Ma il tempo passa e Fausto non trova sbocchi, percui seguendo il maestro decide di trasferirsi a Milano.
A cinquant'anni suonati - e forse per festeggiare il giro di boa - Fabrizio Bentivoglio passa dietro la macchina da presa per il suo primo lungometraggio, dopo un quarto di secolo di onorevolissima carriera da interprete. Ritaglia inoltre una parte per sè e figura anche fra gli sceneggiatori insieme a Umberto Contarello, Filippo Gravino e Guido Iuculano; ma l'idea di partenza di Lascia perdere, Johnny! è autobiografica e proviene dall'autore delle musiche per la pellicola, il cui nome (Fausto Mesolella) è decisamente simile a quello del protagonista (Fausto Ciaramella). Mesolella è in realtà il chitarrista degli Avion Travel, vincitori di Sanremo nel 2000 e il cui cantante è Peppe Servillo, al quale viene riservata una parte - come cantante, non a caso - nel film; e nel cast c'è spazio anche per suo fratello Toni, oltre che per Lina Sastri, Valeria Golino, Roberto De Francesco, Ernesto Mahieux, Flavio Bonacci e Ugo Fangareggi. Il protagonista, Antimo Merolillo (non sempre convincente), è all'esordio sullo schermo e non è dato conoscere sue successive prove attoriali. La preparazione di Bentivoglio come regista è abbastanza sorprendente: l'opera scorre leggera, su toni nostalgici e dolceamari, con il prezioso contributo alla fotografia di Luca Bigazzi; la storia mantiene perennemente un'atmosfera a cavallo fra ironico racconto di formazione e surreale fiaba moderna, aperta a un lieto fine d'altronde affatto scontato. 5/10.
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