Regia di David Dobkin vedi scheda film
In una catapecchia sperduta una coppia aspetta la nascita del secondo figlio. I due già hanno un bambino, Fred, ma quello che sta per nascere sembra avere qualcosa di speciale. È così che viene alla luce Nicholas che, tondo e sorridente, va incontro al suo radioso futuro. Questa è l’idea di base di Fred Claus: ricostruire la biografia del fratello più grande e più sfortunato di Babbo Natale. Mentre il povero Fred (Vince Vaughn) si arrabatta confiscando beni alle famiglie in debito con il fisco, Nicholas (Paul Giamatti) ha la sua base al Polo Nord e si occupa della felicità dei bambini di tutto il mondo. Fred dovrà però chiedere aiuto al fratello che lo coinvolgerà nella sua beneamata attività. Fred Claus non è il primo tentativo di rendere attuale il mito di Babbo Natale ma il risultato in questo caso è un ibrido indigesto che rischia di annoiare anche i bambini. Tutte le trovate sono estremamente banali e anche gli attori si aggirano stralunati in un’operazione senza capo né coda. Vaughn, imbolsito come un pachiderma, lancia solo sguardi compiaciuti mentre Giamatti – insieme ai nobili comprimari Rachel Weisz, Kevin Spacey, Kathy Bates e Miranda Richardson – sembra chiedersi continuamente cosa ci stia a fare in un pasticcio del genere. A rendere ulteriormente indigeribile il film ci pensa una folle durata – un’ora e cinquantacinque – destinata a fiaccare le resistenze anche degli spettatori più indulgenti.
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