Regia di Shari Springer Berman, Robert Pulcini vedi scheda film
Una tata speciale quella interpretata da Scarlett Johansson in questo "Il Diario di una Tata" firmato da Shari Springer Berman e Robert Pulcini, mostrato all'inizio come una specie di mockumentary raccontato in prima persona da lei stessa, la tata Annie.
Laureata con grandi aspettative, si scontra con le difficoltà del mondo del lavoro e sulla fatica di capire cosa volere dalla vita e si ritrova casualmente impiegata come "guarda-bambini" in una ricca famiglia di New York: la sua capa è Laura Linney, con cui non è semplice convivere,
Si gioca con l'immaginario di Mary Poppins e delle tate da film (l'ombrello rosso!), si gioca con un lavoro scritto nel destino (Annie diventa una "nannie", tata in inglese), si gioca con i "vizi" del ricco Upper East Side e delle sue abitanti, si gioca con il linguaggio frizzante e poco classico della narrazione.
Simpatico il punto di vista esterno con cui la Johansson si immerge in un mondo così lontano dal New Jersey da cui il suo personaggio proviene: il vantaggio di un ruolo (in teoria) degradante è la conoscenza con il vicino Chris Evans, che l'aiuterà a trovare la sua strada...
Le follie delle famiglie ricche di New York viste dall'Italia sembrano eccessive, ma ci vogliamo fidare dei registi e le riteniamo credibili. "Il diario di una tata" vive della bellezza ed efficacia della sua protagonista, qui alle prese con un ruolo insolito che però le calza bene.
Chi altro nel cast? C'è Alicia Keys nel ruolo dell'amica sregolata Lynette (trova il modo di cantare, per fortuna), Donna Murphy è la mamma apprensiva, c'è Paul Giamatti in quello del marito della Linney.
Pessima l'idea di "regalare" espressioni dialettali ad alcuni personaggi minori nella versione italiana: una tristezza infinita, di cui però i registi Shari Springer Berman e Robert Pulcini ("American Splendor" e "Un perfetto gentiluomo") non hanno colpe.
(http://newamericancomedy.blogspot.it/2012/03/il-diario-di-una-tata-nanny-diaries.html)
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