Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film
Mattia è un geometra senza scrupoli, pronto a far affrontare rischi inutili ai suoi operai per risparmiare un pugno di euro. Kamal lavora in nero e sopporta le angherie del suo capo perché spera di cambiare la sua vita – prima pasticciere al Cairo adesso edile irregolare – vincendo un concorso di una fabbrica di cioccolato. Un incidente sul lavoro bloccherà i progetti di Kamal ma gli permetterà di ricattare Mattia facendogli prendere il suo posto al corso sotto la minaccia di una denuncia. Queste le premesse di Lezioni di cioccolato che ben presto assume i toni di una farsa basata sullo scambio di persone (il borghesissimo geometra dovrà sostituire Kamal al corso) senza riuscire, nonostante le buone intenzioni, a strappare neanche un sorriso. Il film sembra un interminabile spot – un’opera in cui il product placement è più un protagonista che un semplice finanziamento – e gli sforzi di simpatia degli interpreti (un ipercinetico Luca Argentero, una petulante Violante Placido, un grottesco Neri Marcorè che, nella parte estatica dell’insegnante di cioccolateria, sfoggia un’improbabile capigliatura Luigi XVI) non risollevano neanche per un attimo la sciattezza di fondo dell’operazione. Regia appiattita, sceneggiatura meccanica e traballante, recitazione da seconda serata Tv. Il risultato è un’operina così flebile da non riuscire a suscitare neanche un briciolo di simpatia.
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