Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film
Se le mie spaurite informazioni scientifiche non mi traggono in inganno, mi pare che il cioccolato sia una pietanza afrodisiaca. Colpo di genio dunque inserire nel titolo di un film questa parola così deliziosa e finanche eccitante. Per inciso, io non tollero il cioccolato, mi fa sentire male solo guardarlo. Vinco la ritrosia cioccolataia e mi immergo nell’apprendimento delle Lezioni di cioccolato di Claudio Cupellini, ma se l’effetto che si voleva creare era quello di stimolare nello spettatore una qualche frenesia di piacere, l’obiettivo si può considerare fallito. La ragione è chiara: è un film senza carisma, che non trova una sua armonia nell’incontro tra forma e contenuto: se la prima può ritenersi, se non convincente, almeno pertinente, il secondo ha buone intenzioni ma si frantuma a poco a poco. E poi c’è una patina che irrita, quel product placament che invade la scena con arrogante discrezione e si ha erge a protagonista della pellicola. In fin dei conti, è la Perugina a fare la parte della leonessa: cioccolato ovunque, che scorre senza pietà, sprecato in ogni dove, senza dimenticare la fabbrica, che compare all’inizio dell’avventura del protagonista ed è scenografia essenziale dell’opera. Espiato dalla sua copertura pubblicitaria, è difficile considerare l’oggetto filmico. Senza infamia e senza lode, ha uno spunto originale che tira in ballo la disonestà degli squali dell’edilizia selvaggia. Peccato che poi la storia si perda, si accartocci su sé stessa, si infiacchi senza un motivo apparente (forse perché risucchiata dal famigerato product placament). Nota di merito, però, a buona parte del cast, compreso il non più neofita e sorprendente Luca Argentero, che interpreta con simpatia il geometra con codino alla Fabrizio Corona costretto al bagno di umiltà cioccolataia ed indirizzato sulla via della redenzione. Senza tralasciare le apprezzabili prove di Violante Placido e Francesco Pannofino, la sprecata Monica Scattini, mentre Neri Marcorè infila un ruolo alquanto bizzarro con questo maestro di sentimenti culinari dalla saggezza spicciola ed enfatica e dai capelli marzullian-wendersiani.
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