Regia di David L. Cunningham vedi scheda film
Ingannati dal titolo e dal cognome del regista (Cunningham come Sean S., quello di Venerdì 13, ma questo si chiama David L.) pensavamo di andare a vedere un horror. Invece no, è un fantasy pieno zeppo di banalità e scopiazzamenti dal ciclo bretone, ispirato però a una serie di best seller di Susan Cooper. Il giovane Will scopre di essere l’erede diretto dell’eletto atteso dai cavalieri della Luce per combattere quelli delle Tenebre, che si preparano al nuovo avvento. Will è figlio del suo tempo, quindi ci mette un po’ a sintonizzarsi con credenze arcaiche e ad accettare l’ipotesi di viaggi e scorribande medievali. Il pubblico di riferimento di Il risveglio delle tenebre è probabilmente lo stesso dei film di Harry Potter, che già qui a bottega non entusiasmano. Figurarsi i derivati. Magniloquenza sospetta della regia - forse per mascherare un certo deficit spettacolare nella messinscena e negli effetti, non all’altezza di un film del genere - cast del tutto anonimo e situazioni stereotipate, da abc del filone, non favoriscono il coinvolgimento. Mancando poi un cattivone degno del ruolo (ma non basterebbe rileggere Tolkien per farsi venire mezza idea?), viene meno anche l’interesse minimo che di solito questi prodotti per adolescenti assicurano.
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