Regia di Etgar Keret, Shira Geffen vedi scheda film
I registi di questo film, vincitore della Caméra d'Or a Cannes 2007, non sono esordienti qualunque. Keret è uno scrittore noto (in Italia lo traduce e/o); Shira Geffen, moglie di Keret, è anche nipote di Moshe Dayan, figlia di un poeta, sorella di un famoso cantante. Dei libri di Keret, si ritrovano in Meduzot il mondo bizzarro e il tocco astuto, ma qui le storie narrate si concentrano su personaggi femminili, colti in momenti di crisi personale. Uno sposo si rompe la gamba il giorno del suo matrimonio e passa la luna di miele in una stanza d'albergo con varie disavventure. Una cameriera con mille problemi trova una bambina taciturna venuta dall'acqua e cerca di capire chi sia, portandola in giro con sé. Joy, badante filippina, scioglie involontariamente i rapporti tra l'acida donna che le è stata affidata e la di lei figlia attrice. Le storie si intrecciano fluide e non diventano teorema. Comunque la dote migliore del film, più che l'azzardo, è la padronanza del mezzo: la maestria nel coordinare le storie, la fantasia e precisione visiva, l'impeccabile direzione delle attrici. I registi vogliono anzitutto coinvolgere e non spiazzare, il loro sguardo non è acre ma partecipe. E (a parte certi affondi simbolici, come il finale) mantengono un felice tono di leggerezza, pervasa di piccole e grandi angosce.
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