Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Ogni tanto per Pupi Avati è tempo di spaventi, e ritorna a girare pellicole che in realtà sono forse il suo primo amore, avendo soprattutto agli inizi realizzato film come "Balsamus", "La casa dalle finestre che ridono" e "Tutti defunti tranne i morti"( questo decisamente più grottesco): essendo divenuto cult il suo film con Capolicchio, in molti aspettavano questo suo nuovo thriller che è ambientato in America, con quasi tutti attori di lingua inglese, tranne la protagonista Laura Morante. L'avvio ben dispone lo spettatore, con il prologo che si svolge a cinquant'anni di distanza dalla vicenda narrata: man mano che il film va avanti, però, nonostante la discreta prova dell'attrice principale, è evidente una scarsa cura nel delineare i caratteri secondari, che rimangono sullo sfondo e non divengono mai personaggi, inoltre il prevedibile scioglimento della trama è alquanto improbabile, seppure Avati si periti di dare alla storia una conclusione non positiva. Poteva essere un thriller neogotico di un certo impatto, ma ci si perde in troppe chiacchiere, e l'unico momento veramente pauroso, la scena in cui al di là della parete una vocina intona "Magic moments" di Perry Como, si perde in una certa prolissità narrativa.
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