Regia di Peter Farrelly, Bobby Farrelly vedi scheda film
Quarantenne single, assillato da un padre gaudente e da un amico serenamente adagiato nella routine matrimoniale, si decide a convolare a nozze con una bella bionda appena conosciuta salvo poi scoprire, durante il viaggio di nozze in Messico, che si tratta di una pazzoide; ma poco male, c’è una ragazza dolce e comprensiva con la quale si è stabilito un feeling istantaneo. Nel panorama pressoché desertificato della commedia hollywoodiana contemporanea Ben Stiller per me rappresenta qualcuno su cui si può contare: non se la tira, non fa il piacione, ha quell’aria da sfigato simpatico ma non vittimista e soprattutto mi diverte. Dietro c’è un soggetto di Neil Simon, già portato sullo schermo da Elaine May nel 1972 (un film che non ho ancora visto), e anche questo è un elemento di affidabilità; semmai bisogna dire che nella prima parte, in cui prevale Malin Akerman, si ride più che nella seconda, incentrata su Michelle Monaghan e sul versante sentimentale. I Farrelly ci mettono la loro consueta volgarità controllata, che si accorda con una morale sostanzialmente normalizzatrice: alla fine dei giochi la scelta cade sulla tipica brava ragazza della porta accanto, ma siamo sicuri che l’altra fosse così fuori di testa? È la domanda che pone anche Stiller senior: “Fammi capire bene: tu pensi che tua moglie sia matta perché in luna di miele, in un paradiso tropicale, canta tanto, vuole fare sesso tutto il giorno e per sbaglio ha preso troppo sole?”.
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