Regia di Peter Farrelly, Bobby Farrelly vedi scheda film
I fratelli Farrelly hanno due anime, una di impronta "classica", l'altra, la più nota, violentemente triviale e superficialmente scorretta. Quando entrambe trovano il giusto equilibrio, i risultati sono apprezzabili (Kingpin, Io, me & Irene, L'amore in gioco), a volte addirittura ottimi (i due capolavori Osmosis Jones e Fratelli per la pelle); quando invece non sanno che pesci pigliare, fanno una figura barbina (il tanto strombazzato Tutti pazzi per Mary, Amore a prima svista). Lo spaccacuori, remake di un film poco conosciuto diretto da Elaine May nel 1972, Il rompicuori, basato su una commedia dell'indimenticato Neil Simon (a quando una personale?), sembra proprio partire per una strada canonica ma non fastidiosa, semplice, pulita, hollywoodiana, fasulla ma piacevole, però ben presto rivela le sue carte. Che sono inesistenti: non ha tempi, non ha attori, non ha niente, figuriamoci un discorso seppur indiretto sul matrimonio o sui sessi. E allo scoccare dell'ora, sapendo che ne manca quasi un'altra, non si sa più cosa o chi guardare, tranne l'orologio. Alla larga da pregiudizi, i Farrelly hanno sì qualche potenzialità: ma qui non c'è un solo minuto che funzioni. Compresi Ben Stiller, le scene di sesso indiavolato, il setto del naso deviato e la pussy pelosa col piercing.
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