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Lo spaccacuori

Regia di Peter Farrelly, Bobby Farrelly vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Lo spaccacuori

di Paul Hackett
6 stelle

"Tutti pazzi per Mary" dieci anni dopo? Per "Lo spaccacuori" i fratelli Farrelly ricostituiscono il sodalizio con Ben Stiller che aveva dato vita al film che li aveva portati al successo e lanciati nell'empireo della nuova commedia americana, ma il risultato, per molti versi, è estremamente deludente. La pellicola è ispirata ad un vecchio lavoro di Neil Simon, ampiamente "farrellizzato", secondo i ben noti dettami dei due registi: particolari disgustosi o imbarazzanti disseminati un po' ovunque, scorrettezza politica (meno che in passato, però), disorientanti gags sui cosiddetti "diversi" e così via... il risultato finisce per essere uno strano irrisolto ibrido in bilico tra la commedia "tradizionale" e quella "alternativa" (diciamo così), tipica dei Farrelly. Ben Stiller riproduce pedissequamente il personaggio mite e terribilmente sfigato di "Tutti pazzi per Mary", ma non riesce a dargli adeguato spessore e il suo Eddie finisce per diventare un'antipatica e mai convincente macchietta. Anche il resto del cast non brilla particolarmente: Malin Akerman s'impegna con lodevole autoironia in un ruolo che molte attrici avrebbero rifiutato ma nè lei e nè Michelle Monaghan hanno il carisma e il fascino di Cameron Diaz, Renée Zellweger o Gwyneth Paltrow (per restare ai film diretti in precedenza dai Farrelly). Nell'insieme "Lo spaccacuori" è una pellicola abbastanza godibile, che strappa anche qualche risata, ma che non è mai esilarante e mai davvero convince e stupisce come le migliori opere dei due registi ("Kingpin", Tutti pazzi per Mary", "Osmosis Jones" e, soprattutto" il capolavoro "Io, me & Irene"). Ormai già da un po' i fratelli Farrelly sembrano aver smarrito il tocco magico che aveva contraddistinto le loro prime pellicole e comincia ad affacciarsi il sospetto che la vena aurea della loro creatività in qualche modo si sia prosciugata. Speriamo di no, sarebbe una grave perdita per qualsiasi appassionato di commedie americane. Voto di risicata sufficienza.

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