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I Viceré

Regia di Roberto Faenza vedi scheda film

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La recensione su I Viceré

di speranza
8 stelle

Nonostante a tratti possa apparire patinata, magari un pochino riconducibile ad una fiction (in realta' e' molto accurata la ricostruzione storico-ambientale), convince la pellicola di Faenza, che dipinge un ritratto crudele e sferzante, assai realistico e senza fronzoli (tranne quelli reali dei costumi bellissimi) della societa' italiana scaturita dal Risorgimento, con una galleria davvero spiazzante, ma veritiera e spietata, di tipi umani decisamente ben scandagliati sotto l'aspetto psicologico: questo grazie al lavoro degli attori, senz'altro il pregio migliore del film (Preziosi, il bravissimo Buzzanca, Lucia Bose'). Non insisterei tanto sui voluti riferimenti alla modernita' in chiave polemica, se non per sottolineare doverosamente che purtroppo le analogie inevitabili erano gia' state teorizzate da Tomasi di Lampedusa ne "Il gattopardo": "Tutto cambia e niente cambia", come la storia d'Italia dimostra. Voto: 7.

Sulla trama

Catania, seconda meta' del XIX secolo. Attraverso la vita dell'ultimo discendente del casato, Consalvo (un Alessandro Preziosi maturato artisticamente) seguiamo le vicissitudini dell'aristocratica famiglia Uzeda, di nobilta' spagnola: decessi, matrimoni e questioni personali si intrecciano con la storia d'Italia, che registra in quel periodo l'avanzata garibaldina e l'ingresso in politica di nuove forze tramite la nascita del partito liberale moderato.

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