Regia di Adriano Celentano vedi scheda film
Patetico e megalomaniacale, un film che purtroppo non concede granchè nemmeno alla fantasia che aveva contraddistinto le precedenti regie di Celentano. Qui si riparte dalla noiosa scena con filippica paternalista di Geppo il folle (il soggetto è pressochè identico, l'osannata ascesa pubblica di un moralista), solo che si prosegue senza altre idee per oltre due ore e mezza. Tralasciando di commentare i paragoni fra Celentano-Joan Lui e Gesù Cristo, si può apprezzare proprio poco di questo film; le idee interessanti erano già presenti nei suoi precedenti film, troppi balletti in stile musicarello e troppe piazzate retoriche vaghe e vane.
In un'Italia caotica, violenta e dominata dalla tv, Joan Lui compare dal nulla e comincia a predicare l'amore e l'uguaglianza. La gente lo segue, ma un malvagio cinese e una giornalista filobolscevica cercano di eliminarlo, fisicamente e moralmente. Joan Lui però è più forte persino delle pallottole.
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