Regia di Jean-Paul Salomé vedi scheda film
La storia del famoso ladro Arsenio Lupin. Amori, furti, peripezie.
Operazione che ricorda in più punti un prodotto televisivo, e nemmeno di buona fattura. Umorismo maldestro, tensione carente. Esteticamente e temporalmente concorde con gli “Sherlock Holmes” che saranno firmati da Guy Ritchie, da cui l’autore americano prenderà indubbiamente spunto per caratterizzazione e costruzione di un esasperato superomismo del protagonista. Ritchie tuttavia ingaggerà un attore più navigato, e anche più bravo come Robert Downey Jr., ma soprattutto saprà dirigere meglio un montaggio che qui appare improponibile. I tecnicismi di Salomè, necessari per modernizzare una storia letteraria classica, lasciano il tempo che trovano; le accelerazioni di Ritchie hanno un fondamento: i combattimenti alla velocità del suono del suo Sherlock saranno funzionali all’arguzia del personaggio; la velocità del decoupage di Salomè serve invece solo a far venire il mal di testa: la macchina da presa che riprende i volti in sequenza e con ritmo sostenutissimo sono una scelta completamente incomprensibile e alla lunga debilitante, inficiando addirittura la comprensibilità di alcune scene. La fotografia prova a rabberciare la frittata, che alla lunga però rimane tutta sforacchiata e per niente appetitosa.
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