Regia di Gregory Hoblit vedi scheda film
Struttura e storia de "Il caso Thomas Crawford" sono praticamente le stesse che il regista usò per il suo esordio "Schegge di paura". Ci sono esattamente tutti gli stessi elementi : gelosia, vendetta, un potenziale delitto perfetto, la sfida, la parte processuale, la storia d' amore in sottofondo. C'è l' assassino e c'è l' avvocato rampante. Intriga e coinvolge grazie ad una discreta sceneggiatura attenta sia al meccanismo "giallo" della vicenda che alla descrizione dei personaggi. Tutto come allora. A distanza di undici anni però la messa in scena è migliorata e Hoblit si permette anche qualche vezzo in più ma senza strafare ; come in buona parte delle sue pellicole, continua ad avere un certo fiuto nella scelta degli attori e anche in questo caso fa centro. Ovvio che Anthony Hopkins sia a suo agio nei panni del freddo uxoricida e lo si lascia tranquillamente lavorare di mestiere, anche solo con lo sguardo. Non è altrettanto ovvio che Ryan Gosling, nei panni della pubblica accusa, possa reggere il confronto con il cannibale per antonomasia ma di fatto lo fa e vince. Eh già, esattamente come avvenne con Norton, il valore aggiunto della pellicola è proprio l' interpretazione del giovane attore ; la sua è una recitazione nervosa, scattante, fatta di mille piccoli tic, sguardi e silenzi. Perfetto nel ruolo e convincente soprattutto nel rendere il conflitto morale del proprio personaggio. In conclusione, non si tratta di un titolo immancabile nel genere ma lo si può trovare interessante da più punti di vista.
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