Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Vorrebbe riproporre temi della commedia all'italiana classica, in particolare L'armata Brancaleone e, almeno nel finale, La grande guerra, ma nella satira di un'Italia futuribile che assomiglia a quella del primo Ottocento, non si solleva dalla piattezza di una satira paratelevisiva con nessuna situazione o battuta davvero divertente. L'unico spunto apprezzabile è l'autoironia di Abatantuono, che cita il film che unanimemente è considerato il punto più basso della sua carriera, quell'Attila, flagello di Dio, che lo costrinse a mettere fine al personaggio del terrunciello, qui parzialmente rispolverato, accanto a una sorta di parodia del Johnny Depp dei Pirati dei Caraibi. Trascurabilissimo episodio, perfino nella filmografia dei Vanzina, che di dislivelli cinematografici ne ha conosciuti parecchi.
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