Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Attila ,fratello di Dio e l'armata Brancaleone alla riunione dell'Italia del 2061.Che dire dell'ennesima vanzinata?Che è brutta come le altre?che è il solito festival del "bbona la prima"?che è il solito carrozzone in cui si carica di tutto(vallette disoccupate di Sanremo,concorrenti disoccupati del Grande Fratello di un edizione a caso,comici che non hanno firmato il rinnovo del contratto con Zelig e solite apparizioni di grevi raccontatori di barzellette dialettali)?Si forse si ,assomiglia agli altri film della ditta,del resto il genoma registico è quello,ma stavolta hanno cercato di fare le cose un po'meglio,non hanno fatto le solite sequenze ad alto tasso di comicità scema,non c'è la solita mostra di tette e culi in vendita a peso(gli unici tasselli di chiappa che si vedono sono dell'ex valletta ungherese Osvart),c'è il tentativo almeno di fare qualcosa di diverso.L'espediente dell'Italia divisa è comodo per fare una sorta di road movie a puntate,Abatantuono che per l'occasione rispolvera a breve distanza di tempo dall'ultima volta l'idioma da terrunciello come al solito è molto meglio del film che lo contiene e come al solito appare in ruolo alimentare Michele Placido ormai capace di recitare tutto quello che gli si chiede ditreo profumato invio di bonifico bancario adeguato.La sfilata di comici ha valore alterno,l'armata Brancaleone che si vede è veramente una manica di cialtroni,a volte si sorride a volte ci si irrita(la battuta nella fossa comune che non sto a ripetere per quanto di pessimo gusto),nel complesso il risultato è comunque modesto per via di evidenti limiti strutturali e di budget.Però è meno peggio delgi altri cinepanettoni della ditta dei fratelli Vanzina,ormai arrivati al rango di terroristi del sogno di celluloide.La cosa più divertente di tutto il film è la lettura da parte di Abatantuono dei titoli di coda deformati secondo l'idioma terrunciello.....
non ho capito se parla così veramente o è impostata
trascurabile
cameo schizoide
non è male
meglio che ritorni a Zelig
ciccia fuori inaspettato anche in questo film in parte sostanzialmente inutile
rispolvera l'idioma del successo negli anni 80
ormai è un terrorista dei sogni di celluloide ma stavolta è un filo meno cialtrone del solito
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