Regia di Claude Lelouch vedi scheda film
Piccolo film sperimentale che farà scuola.
Sì può girare un film comico come un documentario e riuscire a realizzare un bel film (non un capolavoro ma un'opera molto carina)? La risposta è sì, se ti chiami Claude Lelouch e sei un genio creativo. Se poi ti aiuta pure il doppiaggio italiano (del quale riparleremo bene dopo), da noi il film è ancora più divertente...
Nelle prime inquadrature una voce off femminile ci avverte che, per rendere più realistica la storia raccontata, il film è stato girato in soli 8 giorni improvvisando molte situazioni, che il film è stato girato a La Ciotat, città celebre per essere stata punto di arrivo di un treno ormai famosissimo, quello che si vede nel film L'ARRIVO DI UN TRENO ALLA STAZIONE DI LA CIOTAT dei fratelli Lumière e che il film di Lelouch è dedicato appunto a loro e molte altre cose.
A questo punto una inquadratura della vita nella città, accompagnata da un brano di Francis Lai che ricorda le ballate popolari che si sentono nelle balere delle feste di paese, soprattutto in Provenza (ed infatti in seguito sarà suonata proprio da un musicista ambulante cieco, Jack, che diventerà amico dei protagonisti), ci porta nel cantiere navale dove lavorano tre amici (inquadrato in uno stile che ricorda Ken Loach), soprannominati SMIC, SMAC, SMOC (titolo originale del film), che abitano assieme dopo essersi trasferiti a La Ciotat (nell'edizione originale non si sa da dove provengano, in quella italiana diventano tre immigrati italiani: un lombardo, forse doppiato da Gian, un veneto e un siciliano, che gli altri due chiamano, a volte, simpaticamente, Sicilia). Quando Smoc/Sicilia (l'attore, molto simile ad Enrico Montesano, Amidou, celebre in Italia per aver fatto da spalla a Bud Spencer in OCCHIO ALLA PENNA) decide di sposarsi, Smic e Smac accompagnano lui e la moglie, dopo la cerimonia, in un viaggio a Sant Tropez. È l'ultima occasione per stare assieme agli amici, dopo dieci anni di convivenza d'ora in poi abiterà in campagna con la consorte. Sarà una gita divertente con qualche piccola truffa (al quale, anni dopo, strizzerà l'occhio Leonardo Pieraccioni) e putan tour per gli amici scapoli. Racconto malinconico di un'amicizia, con le solite autocelebrazioni di UN UOMO, UNA DONNA (da parte di Lelouch o di Francis Lai?), situazioni e gag simili a L'AVVENTURA È L'AVVENTURA, ma con meno trama, forse qualche anticipazione di AMICI MIEI (del quale questo sembra quasi un prequel come soggetto) e quasi sicuramente del futuro cinema di Pieraccioni (tantissimi elementi in comune, prendete, per esempio la scena dal benzinaio e fatene un remake al ristorante!). Poi, come quasi da prassi nel cinema del cineasta francese, c'è anche la piega gialla, con i protagonisti che si giustificano davanti alla macchina da presa (rivolgendosi al pubblico, alle forze dell'ordine o ad entrambi?). Piccolo film strano, curioso e, forse, innovativo. La Nouvelle Vague è stata anche questo!
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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