Regia di Volfango De Biasi vedi scheda film
Come tu mi vuoi dell'esordiente Volfango De Biasi racconta la storia tra una bruttina secchiona e un rampollo gaudente. Lei prima si trasforma per amore e perde l'anima, poi lui si redime, capisce che la vita è importante e le apparenze non contano niente e, nonostante le incomprensioni, i sentimenti trionfano. Gli attori? Sempre Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi. La regia? Senza sbavature e senza idee, ordinaria e piatta come un parquet. La sceneggiatura? La solita minestra condita di sociologia spicciola, malcelati moralismi con l'aggiunta - che si sa, bisogna piacere un po' a tutti - di qualche triviale battuta che altrove viene etichettata come trucida mentre qui fa molto "ggiovane". Ma il problema del film non è solo questo: gli attori si sforzano - la Capotondi prova anche a recitare, mentre Vaporidis entra ed esce da una parte con la stessa inconsapevole facilità con cui si cambiano i calzini - e la confezione è ordinaria. È l'impietosa serialità intrinseca, la mancanza di idee e di coraggio (produttiva, di scrittura, registica) che rende questo filone paratelevisivo un micidiale frullato di nulla. Qui non si tratta di criticare per andare contro i gusti del pubblico ma per svegliare i nuovi autori dal torpore imposto da una moda che si spera passeggera. Purtroppo però sembriamo tutti narcotizzati, e neanche ce ne accorgiamo più.
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