Regia di Lee Tamahori vedi scheda film
Promessa mancata della Nuova Zelanda, Lee Tamahori si è ritagliato il suo spazio nell’action americano medio(cre), quello che guarda a Michael Bay ma si scontra con effetti speciali poco clamorosi. I poteri del precognitivo Cris Johnson, protagonista di Next, sono infatti limitati a soli due minuti avanti nel tempo, ma l’agente dell’Fbi Callie Ferris è convinta che solo lui (che si esibisce come mago di serie B) possa salvare Las Vegas da un attentato terroristico nucleare. Per una buona trovata, ossia Cris che si sdoppia valutando le possibilità, ce n’è un’altra maldestra: il ripetere una scena come fossimo in Ricomicio da capo, limitato a due minuti e non a una giornata, è un gioco che va presto a noia, come le immancabili scene di distruzione, gratuite, eccessive, e malamente realizzate in computer graphic. Lo spunto di partenza è un racconto di Philip K. Dick, The Golden Man, scritto negli anni 50, ma i temi del destino e del mutante braccato sono risaputi e hanno dato esiti migliori (Minority Report, tanto per restare a Dick). Le uniche due ragioni per vedere Next, sono dunque Julianne Moore, sempre splendida, e un cameo di Peter Falk, adorabile ma macchiato da una battuta antifumo in stile Hollywood nuovo millennio.
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