Regia di Paul Greengrass vedi scheda film
Cosa insolita per una saga cinematografica, le avventure di Jason Bourne, ex-agente segreto impegnato a ritrovare la propria memoria e nel frattempo salvare la pelle dalle aggressioni spietate degli antichi alleati, hanno registrato incassi in crescendo , capitolo dopo capitolo, e un consenso critico ampio e via via più consistente. Questo dovrebbe essere l'atto finale, ma gli alti risultati conseguiti dalla ditta Liman-Greengrass-Damon-Ludlum insinuano un lecito dubbio, e l'uscita ( come sempre postuma, ma quest'uomo respirava inchiostro?) di capitolo IV , sull'eredità del tostissimo spione lascia spiragli per uno sviluppo ulteriore. Spingendo il proprio stile di raccontare le scene di azione quasi come fossero una concitatissima diretta, Paul Greengrass confeziona un thriller avventuroso che contiene almeno un paio di scene da antologia del genere: l'inseguimento e conseguente lotta con il killer a Tangeri, e il finale all'adrenalina sono pezzi di cinema spettacolare acuto e tecnicamente impressionante. Inoltre, qui come in precedenza, se il protagonista ( eroe no, perchè non è esattamente un buono, anzi, è un assassino provetto) trova appigli o aiuto, sono i personaggi femminili a beneficiarlo di dubbi circa la necessità di eliminarlo, e fornirgli soccorso. Si giunge ai titoli di coda commentati musicalmente da Moby con il giusto quantitativo di appagamento ,da spettatori consapevoli che la fola del Bond salvamondo e dalla parte del Bene è retaggio degli anni Sessanta. Con la faccia brutta dei tempi d'oggi , meglio l'anarcoide sete di sopravvivenza di Jason Bourne della gelida e pragmatica logica massacratrice dei distinti uomini dei bottoni, che delegano l'omicidio con la praticità dei tecnici degli elettrodomestici.
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