Regia di James Mangold vedi scheda film
Non ha rilanciato il western, come qualche cronista pomposamente aveva scritto prima che uscisse, e nemmeno ha sbancato : gli incassi americani sono stati decorosi, ma non certo da campione del botteghino. Però "Quel treno per Yuma" versione 2007 , purchè forse troppo meritasse qualche lieve sforbiciata qua e là, ha ricevuto recensioni spesso stroncatrici in maniera eccessiva. Mangold , la cui voglia di girare un "film di cowboys" si era intuita dieci anni fa con il bel "Copland" , ha girato un film avventuroso, dove non manca certo l'azione, come testimonia l'avvio, subito spronato al galoppo, che ha almeno un pugno di minuti di cinema western da non far rimpiangere affatto i classici che amiamo: ed è tutta la parte finale della fuga verso il treno indicato dal titolo dei due personaggi principali, sostenuti da un'enfasi della colonna sonora, di Marco Beltrammi, che ricorda da vicinissimo le invenzioni morriconiane. Motivati da cose inconciliabili, il farmer interpretato da Christian Bale e il fuorilegge di Russell Crowe si giocano la simpatia dello spettatore, con il divo de "Il gladiatore" che la butta sul sornione: a differenza dell'originale, la nuova versione predilige gli spazi aperti e il taglio postmoderno e soprattutto post-leoniano. E' vero, era assurdo aspettarsi che il successo di un film riaprisse, a quindici anni da "Gli spietati", una nuova fase per un genere il cui rinnovamento si può paragonare al fenomeno dell'autoalimentazione: pare più o meno che racconti le solite storie, ma ci fa appassionare alla svelta. Però ogni tanto, è bene che qualcuno provi a farlo ripartire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta