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1408

Regia di Mikael Håfström vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su 1408

di Fanny Sally
6 stelle

Un buon thriller psicologico in cui aleggia costantemente l'impronta del celebre e prolifico scrittore di genere horror Stephen King, dalla scelta del protagonista, appunto uno scrittore dell'orrore, alle tensioni interiori, alla tematica della follia.
Il soggetto di base è semplice ma intrigante: uno scrittore che non crede nel sovrannaturale e che ha perso prematuramente la figlia, e con essa l'ispirazione letteraria, va in giro per l'America in cerca di luoghi realmente spaventosi di cui parlare nei suoi libri, realizzando una sorta di catalogo dei posti più infestati e terrificanti. Si troverà a rivedere le sue convinzioni quando deciderà di trascorrere una notte nella famigerata stanza 1408 dell'hotel Daulphin di New York, che vanta il macabro primato di circa 56 tra suicidi e morti naturali.
La regia offre degli spunti visivamente suggestivi, sfruttando in maniera non banale gli effetti speciali; minore l'apporto del sonoro e della colonna sonora che forse avrebbe marcato meglio alcuni passaggi. La narrazione è disseminata di richiami ad altri film (soprattutto Shining) e di riflessioni sul ruolo dello scrittore; la parte recitativa è quasi interamente affidata al bravo e convincente nel suo delirio, John Cusack.
Il clima claustrofobico funziona a tratti e il finale appare un pò frettoloso, pur rimettendo in discussione le teorie che è facile formulare durante la visione.

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