Regia di Mikael Håfström vedi scheda film
Un tizio passa una notte in una stanza d'albergo infestata da entità malvagie e progressivamente perde la brocca... se vi sembra la trama di "Shining" e state per chiedermi se, ad un certo punto, le mura gronderanno sangue, sappiate che la risposta è affermativa in entrambi i casi: evidentemente, dopo aver scritto 3600 romanzi e 24000 racconti, Stephen King è inevitabilmente arrivato all'autoplagio. Al di là delle somiglianze con "Shining" (ma anche, tutto sommato, con "Il sesto senso", ormai vera e propria pietra di paragone per qualsiasi horror degli anni zero), questo "1408" poteva essere un'interessante e inquietante ghost story, tutta giocata sulle pause, i silenzi e i particolari terrificanti, invece è una chiassosa baracconata, stracolma di ridondanti effetti speciali che affastella una quantità stordente di avvenimenti in pochi minuti con sovrano sprezzo del ridicolo e, cosa di particolare gravità per un film horror, non riuscendo praticamente mai a fare paura. Decente la prova di John Cusack, poco più di un cameo per Samuel L. "prezzemolo" Jackson, onesta ma senza particolari guizzi la regia di Mikael Hafstrom. Voto mediocre.
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