Regia di Mikael Håfström vedi scheda film
Anche i fantasmi di Shining hanno cominciato da piccoli(per parafrasare i nani di Herzog).L'Overlook hotel dopo lunga e onorata carriera ha traslocato in un ben più rassicurante(all'apparenza) Dolphin Hotel immerso nelle architetture plumbee di una Grande Mela praticamente inquadrata solo dalla finestra della stanza che gentilmente concede il titolo al film.E'la stanza 1408 la propaggine newyorkese di tutto l'Overlook e a dir la verità non mette meno paura....E'una visualizzazione di un inferno programmato col timer,un inferno camera,salottino e bagno in cui succede praticamente di tutto.Però qui si prendono altre direzioni:l'orrore che il protagonista vede o meglio percepisce va oltre il dolore fisico,è solo una proiezione di tutto quel substrato colpevole che agita come mare in tempesta la sua coscienza.E'la voce della sua elaborazione del lutto per la perdita di una figlia per un male incurabile e per il gesto di vigliaccheria che non gli ha permesso di continuare a vivere una vita con sua moglie andando a comprare le sigarette per poi sparire nel nulla.E anche la sua professione di smascheratore di luoghi con eventi soprannaturali è uno specchietto per le allodole,lui non vuole smascherare la decadenza che lo sta facendo marcire dentro,dalle fondamenta e si nasconde dietro il lavoro di fustigatore delle altrui paure.E sotto questo profilo il film è veramente pauroso pur non eccellendo in effetti speciali(comunque ben realizzati)e rimescolando temi kinghiani non propriamente inediti(l'io infingardo che viene messo a nudo da un evento troppo grande per essere metabolizzato con semplicità,l'elaborazione del lutto,la paura per il distacco daa ciò che si ama di più).Alcuni colpi di scena sono assai ben calibrati e c'è un certo numero di sequenze che colpiscono basso e forte.Lo svedese Hafstrom da candidato al dimenticatoio acquista qui nuova credibilità anche se il finale (rigorosamente aperto come si conviene nel 99% dei film horror)ha troppo un aria alla volemose bbene e scordammoce o' passato.Ciò non toglie il valore del film che punta tutto sull'atmosfera,sulla claustrofobia dell'ambientazione,sulla prova convincente del sempre bravo John Cusack sempre più a suo agio nei panni dell'antidivo e per questo senza paura a mostrarsi con un po' di muscolo libanese in più attorno ai fianchi...Questo film è quasi un one man show e il one man è decisamente in palla,qui non esiste l'antagonista o meglio l'antagonista non è fatto di carne ed ossa ma di moquette ammuffita e carta da parati slavata dal tempo.........
uan battuta?Due?in ogni caso solo una breve apparizione
lei è un po'più presente ma assolutamente non determinante
anche per lui un pugno di sequenze,quasi di raccordo
ottimo,conferma la stimo indefessa che nutro verso di lui...
scandinavo che qui mostra il suo talento prima nascosto a dovere
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta