Regia di Mikael Håfström vedi scheda film
Uno scrittore di successo (Cusack), reduce dalla recente morte prematura di sua figlia, ha trovato il modo per rastrellare quattrini scrivendo dei reportage sugli alberghi che pare abbiano visto la presenza di fantasmi, a beneficio di qualche credulone d'accatto. Quando prenota la stanza 1408 (il totale delle cifre è 13...) del Dulphin Hotrel di New York, la stanza dapprima gli viene negata poi, davanti alla minaccia delle vie legali, concessa con insistiti tentativi di dissuadere lo scrittore dal soggiornarvi. La stanza sembra uguale a tutte le altre, ma nel giro di pochi minuti lì dentro comincia l'inferno.
Tratto da uno degli innumerevoli racconti di Stephen King, 1408 si muove a metà strada tra snuff movie e incubo kafkiano, tramutando i demoni interiori dello scrittore in quelli dell'ambiente che lo circonda. I regista svedese Hafstrom ci mette una buona dose di mestiere nel costruire la suspense sugli effetti speciali, la scenografia e il sonoro. Ma l'operazione, come la stanza, fa acqua da tutte le parti, il raccordo narrativo non riesce e la tensione si limita a pochi attimi.
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