Regia di Len Wiseman vedi scheda film
Torna John McLane, derelitto sbirro di New York costretto ogni volta a vestire i panni dell'eroe in mancanza di un Gary Cooper che si assuma le proprie responsabilità e bacchetti i cattivi. Quarta puntata di Die Hard, serie d'azione iniziata vent'anni fa con il folgorante Trappola di cristallo, e proseguita sfruttando una formula che si rinnova poco. McLane si trova incastrato in un gioco più grande di lui, ma senza l'aiuto di nessuno (o quasi) risolve il problema. Il suo metodo è semplice: ammazzo tutti e salvo il mondo. Questa volta ha un socio, un giovane hacker che tentano di far fuori all'inizio, perché qualcuno sta uccidendo i più bravi pirati informatici d'America. Il complotto è ordito da un ex funzionario del governo, mago del computer, che si vuole vendicare di un torto "spegnendo" gli Stati Uniti. Si può prendere sul serio una storia simile? Ovviamente no. Meglio, allora, divertirsi con le scene d'azione, che ripropongono sicari esperti di parkour come nell'ultimo 007, inseguimenti mozzafiato, per esempio tra un autoarticolato guidato dal nostro e un jet che lo bombarda neanche fosse Bin Laden, e tutto l'armamentario adrenalinico tipico della saga. In verità, l'unico vero motivo per continuare ad amare Die Hard resta Bruce Willis: è ancora lui the last man standing.
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