Regia di Len Wiseman vedi scheda film
Die Hard perde l'ironia ma non lo smalto. A distanza di anni dal primo Trappola di Cristallo, il regista Wiseman ripropone gli stessi elementi che avevano caratterizzato i primi due(solidissimi) episodi della saga: azione frenetica, adrenalina alle stelle, cattivi stereotipati(quasi da fumetto marvel) con un quoziente intellettivo da Lex Luthor e le abilità di Diabolik, un eroe che potrebbe saltare giù dal ventesimo piano di un palazzo senza spezzarsi un'unghia(e non voglio sentir dire da nessuno che la cosa è impossibile...credo che lo sappiano benissimo sceneggiatori e registi che lo è), situazioni disperate che neanche James Bond saprebbe risolvere(e non dimentichiamo che il nostro John è pure sprovvisto dei gadget del buon James...), azioni-reazioni rapide e motivate da principi di una semplicità disarmante...l'unica cosa che manca-se proprio vogliamo muovere una critica-è l'ironia con cui Willis si muoveva nei primi episodi, che stemperava la violenza di alcuni momenti e arricchiva personaggio e situazioni di un "qualcosa in più" non presente in questo capitolo.
Die Hard-vivere o morire è da prendere come ogni altro capitolo di questa saga d'azione: dimenticando ciò che è possibile, e lasciandosi trasportare dal movimento. E qui, la regia è davvero perfetta: azione trascinante, personaggi bidimensionali ma simpatici, sceneggiatura solida e scattante, pur nella sua essenza inverosimile ed esagerata...
Buon cast: Willis ormai recita il suo personaggio col pilota automatico, Oliphant è un cattivo subdolo e seducente, e Justin Long-il più simpatico del gruppo- possiede quel genere di carisma involontario che ci fa tenere per lui fin dal primo momento...
Come film d'azione è solido. E ne sono rimasti pochi.
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