Regia di Len Wiseman vedi scheda film
Un ex agente dell'FBI (Olyphant) sfrutta un codice sorgente creato da un hacker per violare i giganteschi server nei quali, a Washington, sono contenuti i dati relativi a tutte le transazioni finanziarie degli interi Stati Uniti d'America. L'agente di polizia John McClane (Willis), che ha il compito di scortare l'hacker per evitare il peggio alla nazione, si trova sotto il fuoco di fila di gente armata fino ai denti e determinata a portare a termine la "missione".
A vent'anni dal primo episodio, Bruce Willis torna a vestire per la quarta volta i panni dell'agente McClane. La sua prova intensa e muscolare non basta a bilanciare l'esiguità della trama, che frulla citazioni dal genere poliziesco (Il braccio violento della legge, Distretto 13: le brigate della morte, Un colpo all'italiana) in salsa informatica, come va di moda da qualche tempo. Lo spessore di film come questo - alla stregua dei tanti capitoli di James Bond o della serie di Mission Impossible, eccetera, si misura secondo due parametri: la tenuta della trama e le scene ad alto tasso adrenalinico. In Vivere o morire la trama è sfibrata e sembra insistere su meccanismi ridondanti, e le scene memorabili sono appena un paio: una lotta all'ultimo sangue nel vano di un ascensore e un inseguimento tra un aereo da guerra e un autoarticolato lungo un'arteria stradale metropolitana. Troppo poco per aspirare alla sufficienza.
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