Regia di Judd Apatow vedi scheda film
Checché ne dicano alcuni critici (o sedicenti tali) americani ed europei, Judd Apatow è un regista, almeno finora, decisamente sopravvalutato. E lo è, al di là di qualche situazione riuscita descritta nei suoi film, che tuttavia raccontano sempre situazioni di partenza abbastanza uguali a sé stesse (i cazzoni nullafacenti che gravitano ai margini del sottobosco dello show business californiano) e che contengono battute - alle quali qualche volta ho riso, lo ammetto - sempre sulle medesime tematiche: la lunghezza del pene, il tanfo delle scorregge, le canne e l'erba da fumare.
Inoltre, il regista americano propone nelle sue commedie un'ideologia conservatrice che disturba un po', per quel suo suonare il piffero della controrivoluzione teocon, così funzionale al bushismo e ai suoi seguaci, già pronti a spolpare l'America postobamiana. Il suo umorismo, infine, mi sembra testimoniare la triste piega che lo spirito ebraico ha preso negli ultimi anni.
Molto incinta, peraltro, è, come il successivo Funny People (2009) troppo lungo, anche per una commedia generazional-demenziale. Gli attori sono decenti (anche se l'autore, in sceneggiatura, continua ad attribuire troppo indebito spazio alla consorte Leslie Mann) e una colonna sonora funzionale confezionano un prodotto che continuerà a godere di un certo successo.
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