Regia di Russell Mulcahy vedi scheda film
Se vi era sembrato orrido il secondo film della serie "Resident Evil", tirate un mezzo ( ma anche meno) sospiro di sollievo: il numero tre è un pochino meglio, anche se era facile che le cose andassero così. Effetti speciali un tantino più curati, un'ambientazione quasi completamente a tutto sole ( deserto australiano, credo), e una regia appena appena più presentabile, sono comunque poca cosa per considerare "Resident Evil: Extinction" cinema di intrattenimento passabile. Se a livello di script c'è da deplorare la mancanza totale di idee,che , raccatta e raccatta, fa dell'episodio un pasticcio frullato di "furti" da "Mad Max", "Aliens", "Alien:La clonazione" e i vari film sui morti viventi, ci si chiede se chi si occupa di scrivere soggetto e sceneggiatura viene in mente come risulti sullo schermo scene come quella dell'attacco di un numero spropositato di zombie rinchiusi in un container ( devono essere fatti come quelle spugne che si mettono in acqua e gonfiano) che attaccano il gruppo di sopravvissuti capeggiati dall'eroina in giarrettiere, pistole e coltelli tipici dell'Oceania , con un personaggio che diventa via via sempre più blu, e nessuno che pensi se ci sia qualcosa di strano, o la fine di uno dei più coraggiosi che si fuma una "paglia" mentre sta per essere divorato da un'orda di cadaveri furibondi. Sul finale poi, con lo scontro tra la Jovovich e lo scienziato divenuto un mostro per essersi iniettato un'overdose di antidoto al morbo che da tre film ci assilla e angustia la bella spilungona abilissima nel saltare e sparare, comunque falcidiando schiere di morti ambulanti, se non viene da ridere, si prova l'impulso ad abbandonare la sala. Visto che il numero quattro, come proclama l'ultima inquadratura, ce lo dobbiamo aspettare, che il pubblico decida se proseguire la serie o meno...
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