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Invasion

Regia di Oliver Hirschbiegel vedi scheda film

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La recensione su Invasion

di giurista81
5 stelle

Ennesimo film ispirato dal romanzo The Body Snatcher (pubblicato in Italia col titolo Gli Invasati) di Jack Finney, il quarto per la precisione, già alla base del capolavoro sci-fi L'Invasione degli Ultracorpi, il gran classico diretto da Don Siegel nel 1956. Per l'occasione la Warner Bros ingaggia dalla Germania il valiido Oliver Hirschbiegel, regista proveniente da buone prove (The Expirement La Caduta), e gli affida un copione di uno sceneggiatore emergente (David Kajganich) da anni gravitante nell'universo Warner (scriverà qualche anno dopo anche il copione del Suspiria di Guadagnino e il remake di Per Semetary).

La realizzazione del film, che ha la fortuna di vedere coinvolta quale protagonista la bellissima e bravissima Nicole Kidman (pazzesco mix di bravura e fascino), va incontro a non poche difficoltà che si protrarranno per due anni, tra incidenti sul set, interruzioni e contrasti tra la regia  e la produzione. Quest'ultima, non soddisfatta del lavoro di Hirschbiegel, fa tornare tutti sul set per girare delle scene d'azione aggiuntive affidate alla direzione di James McTeigue, messo sotto contratto in corso d'opera e celebre regista di V per Vendetta.

L'idea dell'invasione aliena viene trasformata in un rapido contagio influenzale di caratura mondiale, generato da batteri piovuti dallo spazio insieme a uno shuttle precipitato. Prende così piede una lunga sequela di contagi, con le persone colpite dal virus che sviluppano (dopo un'orrorifica metamorfosi cellulare) una strana personalità ben difforme da quella che avevano in precedenza. Si viene così a delineare una vera e propria sostituzione del tessuto urbano, con i "trasformati" che si prodigano per infettare coloro che sono ancora "sani" starnutendoli in faccia. Una situazione apocalittica, ben resa dalla messa in scena e, soprattutto, dall'eccezionale interpretazione della Kidman (una psichiatra che cerca di recuperare il figlio, ospite del padre ovviamente contaminato).

Il film intrattiene e mantiene sempre alta la tensione, tra fughe in auto e a piedi, tentativi di eludere gli infettati ed analisi in laboratorio al microscopio per arrestare il contagio. Non si contano le citazioni che includono, oltre i film della saga Ultracorpi, anche Il Villaggio dei Dannati (il risveglio dal sonno, scoprendo che tutto è cambiato, ma anche la presenza di bimbi asettici che incarnano il virus alieno giunto per estirpare la razza umana), La Moglie dell'Astronauta (con le mogli che dichiarano di non riconoscere più il marito nell'uomo che hanno al loro fianco), La Cosa (non si sa chi sia contaminato o no) ed Essi Vivono (il controllo sociale in mano agli alieni, subito pronti a eliminare chi abbia capito chi essi siano). Purtroppo si va incontro a una stucchevole happy end con un'ultima parte tirata via a troncare la precedente costruzione. La trasformazione in creature aliene infatti non pregiudica il sottostrato umano, come invece avviene in film quali La Cosa, ma è regredibile grazie all'iniezione di un apposito vaccino. Alla fine, chi non avrà perduto materialmente la vita durante le settimane delle quarantene, tornerà di nuovo a essere quello di prima e il tutto sarà lasciato alle spalle senza conseguenze.

Non un brutto film, ma neppure un capolavoro. Di spessore la Kidman, sempre uno spettacolo vederla all'opera in prodotti di genere.

 

 

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