Regia di Oliver Hirschbiegel vedi scheda film
In un contesto assai simile a quello del Terzo gemello di Ken Follett (Baltimora, i laboratori di genetica, la zona dei campus) si ripresenta una minaccia antica: i baccelloni di Don Siegel che vogliono sostituirci per creare un mondo senza emozioni. Nessun film sugli Ultracorpi, per quanto grande, ha mai colto la vera metafora dell'autore del romanzo The Body Snatcher, Jack Finney. Che era un paradosso: dato che in qualità di uomini siamo ancora dominati dagli istinti, ciò che in realtà va considerato "disumano" sono l'armonia e la fratellanza. La nuova versione per il cinema, Invasion, coglie sì la sottigliezza (godibile l'ultracorpo Bush che in poche ore fa la pace con Chavez e ordina il ritiro dall'Iraq), ma frana sotto i detriti di una produzione sbrindellata, con attori costretti a tornare sul set per riprese aggiuntive, montaggi definitivi protestati e ripetuti, continuity scollegata. Così, nel primo flashback vengono presentate immagini e situazioni come se noi le avessimo già viste, e invece no; il personaggio di Daniel Craig si perde per strada, finendo per essere poco più di un comprimario; l'unità di tempo è messa a dura prova da continue contraddizioni (se tutto avviene in un giorno e una notte, quando diavolo dorme Craig?). Un'enorme occasione sprecata per Joel Silver, il produttore (già di Matrix), e per il cast, un po' buttato via.
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