Regia di Oliver Stone vedi scheda film
Grandioso, semplicemente. Stone coniuga una grande tecnica registica e fotografica con un montaggio perfetto ed accompagna lo spettatore alla scoperta di retroscena e vicende che lo stato americano ed i servizi segreti avevano fatto in modo di nascondere. Certo, guardandola da fuori sembrerebbe fin troppo facile. Una strada piena di persone, un attentatore solitario che muore senza aver nemmeno modo di parlare. Puzza ogni cosa eppure il popolo americano se l'era quasi bevuta. La commissione Warren continuò la presa per i fondelli, avallando l'ipotesi iniziale del folle solitario e comprovando, a mezzo teorie fisiche improbabili, che una sola pallottola aveva colpito JFK e nel farlo aveva seguito una traiettoria molto improbabile ma non inverosimile, diciamo così "magica". Ed il tutto senza nemmeno scheggiarsi. Stone scopre un velo alla volta, mostra l'assenza di verbali, mostra la volontà di chiudere le porte e tenere fuori il popolo americano anche sugli esiti dell'autopsia e mostra la grande incoerenza di un popolo che si fa portavoce di libertà e giustizia ma di fatto è nelle mani del potere che lo rappresenta, nè più nè meno come tante dittature. No, via, non proprio sullo stesso piano se è permesso ad un regista coraggioso di scritturare un enorme numero di star (da Tommy Lee Jones a Sutherland a Martin Sheen a Matthau proseguendo per una lista incredibilmente lunga) e mettere in scena anche i dettagli più scomodi e crudi di questa vicenda mai davvero chiarita. Intelligente a tal proposito la traduzione del titolo in italiano con l'aggiunta di "un caso ancora aperto" che descriverà questo film fino all'ultima proiezione e non smetterà mai di avere il suo valore di verità. Se qualcosa vogliamo rimproverare è la chiosa finale ma è un atto di vanità perdonabile.
Buona.
La chiosa finale. Dopo più di due ore lo spettatore è inevitabilmente un po' stanco a maggior ragione se si considera che i livelli d'attenzione sono sempre alti; perché sfiancarlo con un finale retorico e pieno di citazioni? Vanità, probabilmente. Ed è spesso di troppo.
Bravo, tiene l'attenzione sempre alta inserendo poco alla volta tutti i dettagli della vicenda come in un thriller avvincente.
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