Regia di Robert Redford vedi scheda film
I due studenti-soldati sono leoni, il senatore Irving è l'agnello. I loro ruoli sono chiari, le loro decisioni politiche e economiche sono coerenti con le loro convinzioni. In mezzo ci stanno l'informazione e la cultura che devono spiegare la guerra alla gente, devono filtrare le informazioni che la politica gli concede e devono anche far capire come si è arrivati a quella situazione. E' la pratica contro la teoria, la possibilità di fare qualcsa di concreto per il proprio paese svela il meccanismo più atroce e beffardo della guerra stessa: La lotta tra poveri, tra le classi sociali più basse degli Stati Uniti e le popolazioni civili dei paesi attaccati. La guerra si subisce per colpe di altri o per motivi economici. Come ci si pone di fronte a questo. Come si deve comportare l'informazione che riceve notizie sulla nuova strategia militare da un politico repubblicano che dopo l'11/9 vuole vincere a tutti i costi,agita lo spettro nucleare dell'IRAN e gli serve appunto l'appoggio dell'opinione pubblica per la sua strategia. Il film è fatto di dialoghi, di faccia a faccia statici ma problematici, dove il privilegio di non agire dello studente ricco intelligente ma pigro è una possibilità ad altri negata.
La generazione del Vietnam quarant'anni e molte guerre dopo, sembra avere perso le proprie certezze. Il professore di scienze politiche e la giornalista sembrano non capire più il mondo, i giovani, le guerre e i mass-media ormai schiavi della pubblicità. Per fare uno scoop giornalistico si può fare da megafono ad una guerra? Impegnarsi per il proprio paese ha senso solo partecipando a quella stessa guerra?
Anche se dimentica i veri motivi della guerra e si scorda anche il fatto che l'Iran è ormai circondato geograficamente da militari americani è una riflessione critica ma concreta sulla guerra.
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