Regia di Robert Redford vedi scheda film
Questo film è piaciuto praticamente a tutti... io invece resto con una certa indifferenza di fondo per i toni misuratissimi e la retorica di certe situazioni che sarebbero potute essere infuocate e invece non scuotono la nostra misera vita di burattini. Non bastano gli occhi inumiditi e il capello un po' spettinato delle ultime inquadrature di una meryl streep, in preda al dubbio, per provocarci l'indignazione...
non è il sacrificio, inutile, dei due ragazzi pescati nelle minoranze etniche, che hanno più palle ma di sicuro meno cervello del figlio di papà con la camicetta hawayana, a farci sgorgare le lacrime o a farci provare vergogna... non è la retorica di un imbalsamato robert redford che tenta di risvegliare la coscienza del suddetto figlio di papà, che si vuole godere la vita, a farci vibrare l'animo per un attimo fuggente... e non è nemmeno la sua dentiera o quella di tom cruise (a rigor di logica entrambe dovrebbero essere candidate all'oscar come migliori attrici protagoniste) a rendere più agghiacciante l'adulazione come strumento di manipolazione e potere. Ma soprattutto non confondiamo una bella prova di recitazione con il contenuto stantio del messaggio.
Non risiede qui la denuncia, non si trova qui la verità… dove con un colpo al cerchio e uno alla botte si condanna la guerra ma contemporaneamente si lodano i princìpi che hanno motivato i due poveracci etnici a partire come volontari. Ma sì.. facciamo credere a chi ha la carnagione un po' scura che se si arruolano l’america sarà fiera di loro... facciamo che si tolgano dai coglioni da soli, così, per un atavico bisogno di accettazione…
ma soprattutto continuiamo a nutrire la speranza che dietro lo sguardo vacuo del giovinetto dei quartieri alti, dal carattere un po' ribelle, si nasconda la decisione di cambiare il sistema... sì sì... continuiamo a credere che qualcunaltro farà qualcosa per il nostro benessere, preoccupiamoci di quello... che dell'anima, venduta da tempo, non interessa più a nessuno...
un'opera che fa sentire migliori (perché noi non siamo così.. noi siamo diversi...), senza nemmeno offendere la vista con una sottile linea rossa di sangue e continuando a promulgare un’inesistente dicotomia tra potere e stampa... un film che si mantiene pulito pulito, che quasi non ti accorgi dello squallore che ti getta in pasto... come andare in india per stare una settimana in un albergo a 5 stelle, o credere di essere dei bravi cristiani perché si regalano i vestiti vecchi alla parrocchia, o usare la macchina anche per arrivare all’angolo per comprare il giornale e poi andare in palestra per fare attività fisica. Insomma un film fatto su misura per chi è convinto che per smettere di fare la guerra ci vogliano le marce in piazza… un film per tutti…
e ora dopo questa inaspettata stroncatura mi dedico alle cazzate che mi piacciono tanto… prima di tutto mi domando perché tom cruise per tutto il tempo è inquadrato con un fascio di luce e un filtro soffuso da far invidia alle regie di japino ai bei tempi della carrà… poi mi chiedo perché redford negli ultimi trent’anni non sia mai apparso in un film privo di una camicia di jeans… infine.. cazzo gli anni passano anche per il redivivo peter berg!
Per il resto il film ha un grande pregio.. quello di durare solo un’ora e mezzo che di questi tempi dove la moda imperante si assesta sulle due ore e venti, non è poca cosa…
Ah… molti di voi mi diranno… sì brava.. ma tu… oltre a non aver capito una mazza della fine poetica redfordiana e del sottile messaggio subliminale lanciato dalla sua onnipresente camicia di jeans… tu… tu… che cazzo fai per cambiare sta situazione?
Ebbene io… ma no dai.. lasciamo un po’ di curiostà….
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta