Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film
A Diamante, in Calabria, tre giovani amici vorrebbero girare un film su una coppia che si ritrova dopo tantissimi anni. Per avere qualche dritta, si rivolgono a un regista in crisi di ispirazione (Abatantuono) e a un attore (Calopresti) che li porta con sé a Roma. Qui arriva la grande occasione: Gerard Depardieu accetta la loro proposta. Una volta a Diamante per le riprese, l'attore francese viene accolto in pompa magna: mangia troppo e muore. C'è da impallidire a vedere dei film come questo, che certifica la regola secondo la quale quando il cinema racconta storie di crisi di ispirazione, qualcosa di vero c'è sempre (e infatti una delle battute del film dice che è "meglio fare un brutto film che stare qui con le mani in mano a sentirsi superiori"). Nella prima commedia girata da Calopresti tutto assume un'aria svagata, la memoria torna a Il caricatore e l'operazione, imperdonabile, imbarazzante e persino boriosa, segna il punto più basso della carriera del regista calabrese, da anni a corto di idee.
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