Regia di Sergei Bodrov vedi scheda film
Risposta asiatica alle epiche storiche occidentali, Mongol segna la coproduzione tra quattro paesi per raccontare la prima fase della vita di Gengis Khan, quando era ancora solo noto come Temüjin e passò attraverso diverse sconfitte e prigionie prima di riuscire a unire i mongoli sotto il suo comando. Epica barbara dove i personaggi sono di poche parole, e seguono tradizioni e superstizioni senza farsi domande retoriche sui massimi sistemi, Mongol trova spazio anche per una bella storia d’amore: il destino di Temüjin è strettamente legato a quello della sposa che l’ha scelto, Börte, e al pegno d’amore che lui le ha donato ancora bambino. Immerso nei paesaggi mozzafiato tra Mongolia e Kazakistan, il film di Sergei Bodrov (che già col precedente Nomad aveva affrontato medesimi generi e ambientazioni) si ispira alla Storia segreta dei Mongoli, un antico testo del XIII secolo integralmente tradotto in inglese solo nel 1982. Protagonista il giapponese (dai tratti somatici però adeguati alla parte) Asano Tadanobu, attore amato dai registi indipendenti e qui in un ruolo epico per lui insolito, dove fornisce l’ennesima prova di bravura. Si legge che il film, comunque godibile in modo assolutamente autonomo, sia la prima parte di una trilogia sul conquistatore. Attendiamo fiduciosi.
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