Regia di Emidio Greco vedi scheda film
Un professore universitario, esperto di diritto, affascinante e ironico, intelligente e professionalmente molto affermato. È corteggiato dalle donne, che usa per i suoi trasporti carnali ma da cui è distante, come è distante dal resto. Emidio Greco disegna il ritratto di un intellettuale individualista e sentimentalmente arido, la cui massima aspirazione - come confessa al padre - è quella di raggiungere lo zero («Zero è un bel numero», sottolinea), risultato di un dare e di un avere che non può essere altro. La metafora dell'autore è chiara: scagliarsi contro una cultura che non è più in grado di sognare, di avvolgere il mondo in problematiche propositive. Malgrado le lezioni del docente, che parla in un modo e si comporta in maniera diametralmente opposta. Decidere di vivere al riparo di sguardi indiscreti, in una torre d'avorio costruita sul benessere materiale, contempla pochi rischi, anche se il destino è in agguato. Sarà il suicidio di un giovane a rimescolare (forse) le carte di un'esistenza troppo perfetta per risultare vera. Tommaso Ragno, in una recitazione tutta in sottrazione, dà volto e corpo all'emaciata figura del protagonista, sicuro per tre quarti e terrorizzato (alla fine) di non riconoscersi più, nemmeno dentro alle rassicuranti mura domestiche.
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