Regia di Emidio Greco vedi scheda film
Il paragone con "Le conseguenze dell'amore" di Sorrentino è inevitabile ed impietoso. La pellicola di Greco esce a pezzi dal confronto, sia per la qualità della storia, sia per l'espressività non verbale del cast, essenziale quest'ultima in un film basato sui silenzi (spezzati da fino troppo assordanti momenti musicali). Quasi tutta la pellicola è giocata sul conflitto del protagonista con se stesso e con un generico mondo esterno, mentre il momento di svolta, quando attraverso l'inchiesta di polizia egli è costretto a porsi delle domande inedite, culminante nella prova dell'intrusione altrui nella propria sfera privata, arriva solo alla fine. Questa scelta dello sceneggiatore è determinate sull'evolversi della narrazione, poiché la presenza di un antagonista in carne ed ossa, l'ispettore, avrebbe dato maggiore dinamicità ad un'opera davvero troppo statica
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