Regia di Emidio Greco vedi scheda film
"L'uomo privato" è un professore di diritto assai affermato che,nonostante frequenti i salotti buoni dell'alta borghesia e abbia piu' di un amante, sembra avvolto da una cappa di malinconia volutamente ostentata. L'andamento lento della sua cupa esistenza è improvvisamente scosso da un giallo:un suo allievo universitario,che lui non conosceva,si suicida e si scopre che questi aveva iniziato a filmare ogni mossa del professore. L'ottimo Tommaso Ragno da al professore di diritto le fattezze simboliche del mondo dell'alta cultura che non puo' reggere il confronto con il divenire storico della realta' se esaurisce i suoi saperi ritirandosi in espugnabili torri d'avorio o in convegni mondani che somigliano molto a dei talk show televisivi. La sua ostinata ritrosia,il suo stare in mezzo alle persone,all'universita' come alle feste mondane,in modo passivo e distratto e,soprattutto,le sue perenigrazioni notturne danno la misura di una incompiutezza esistenziale che è la stessa del mondo accademico che non sa piu' rapportarsi armoniosamente con la realta'. Emidio Greco gira un film con la solita classe stilistica. Tuttavia i punti deboli ci sono a partire dalla scelta del cast dove non basta la buona prova d'attore di Ragno per coprire la recitazione dei comprimari in molti casi davvero scadente,non aiutati talvolta da dialoghi al limite della vacuita'. Il suicidio dello studente poi che darebbe una tinta di giallo al tutto. E' vero che è stato solo un pretesto per sottolineare con piu' forza la difficolta' della cultura di decodificare i segni che gli girano intorno, ma una piu' compiuta caratterizzazione psicologica del ragazzo,sui motivi del suo gesto,sarebbe stato d'aiuto a un dispiegarsi piu' fluido e coerente dell'intera vicenda. Quelli che per me rappresentano i punti deboli non inficiano pero' il fascino complessivo di un film di cui consiglio la visione.
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