Regia di Emidio Greco vedi scheda film
Irreale messinscena intorno ad un immaginario mondo carismatico di accademici, professionisti e "potentati" (sic!) finanziari, i cui membri parlano per enigmi come gli adepti di una setta. Il protagonista è un personaggio costruito a forza, una sorta di austero e imperturbabile professore dongiovanni, chiuso in un ermetismo pieno di protervia. Il linguaggio è fastidiosamente artificioso, i dialoghi sono un misto di fiction tv e teatro dozzinale.
Storia inconcludente, annacquata da inutili ripetizioni (i filmati del CD) e tediose lungaggini (il rave-party, il convegno). Per di più, la descrizione del mondo universitario è piuttosto ridicola.
Il suo monologo sul letto è terribilmente scolastico. Da dimenticare.
Garbata.
Una recitazione tipicamente teatrale.
Molto acerba.
Dietro la sua performance si intuisce un talento sacrificato ad una regia davvero poco illuminata.
La regia di Emidio Greco è tutto fuorché cinematografica. Invariabilmente piatta, è priva di qualsivoglia capacità espressiva.
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