Regia di Alessandro Capone vedi scheda film
L’amore nascosto è uno dei film più brutti degli ultimi vent’anni, è un insulto gridato in faccia al cinefilo e a chiunque ancora dia fiducia al cinema in sala, spendendo 7 euri e 50.
In una domenica pomeriggio al Mignon la sala è gremita, sono in parecchi ad essere caduti nella trappola del film francese con Isabelle Huppert…
L’inizio didascalico ci proietta senza indugio nella realtà malata di una donna completamente anaffettiva che vive con pesanti sensi di colpa perché non ama la figlia e per questo tenta svariate volte il suicidio (senza mai riuscirci… poveri noi). Lo svolgimento del film, senza né capo né coda, ci presenta quello che dovrebbe essere un percorso psicoanalitico con una terapeuta che ha il volto di Greta Scacchi.
Ci sarebbe potuto essere il gioco al massacro, il doppio gioco, il gioco e basta… invece il nulla.. scene allungate all’inverosimile, nessun senso nel montaggio, dialoghi troncati a metà… Non siamo nemmeno dalle parti della pippa mentale… qui c’è solo uno sfacelo ma soprattutto una evidente presa per il culo nei confronti dello spettatore pagante.
Dicono che la Huppert scelga solo copioni che le piacciono, che sia molto esigente… ecc. ecc… bè evidentemente è il caso di prendersi una pausa o di farsi consigliare da qualcuno che abbia un po’ più di gusto.
Che brutto film.. che brutto film… non so cosa altro dire… se non: che brutto film.
L’ennessima rappresentazione acritica della malattia mentale che non fa nemmeno l afatica di arrivare alla radice del male… solo la “fotografia” intrisa di simbolismi da due soldi di una donna che sarebbe da prendere a schiaffi.
Alcuni momenti sono veramente imbarazzanti nel loro essere buttati lì senza un filo logico.. come quando la terapeuta invita la paziente ad uscire per mostrarle un film che deve assolutamente vedere.
Le due donne in un cinema vuoto… alcune macchie verdi sullo schermo… e poi il tragitto per il ritorno nella clinica. Non sarà dato sapere….
In un altro momento appare un viso di donna… per un secondo… ma che per caso vogliamo scomodare Bergman? No eh?!
Infine la Huppert scappa dalla clinica e in microsecondo si rimorchia un bel giovanotto e ci va a letto… La sua prima preoccupazione non sono i condilomi, la sifilide o l’Aids bensì il fatto che con i suoi 55 anni suonati potrebbe essere restata incinta. Ma subito viene rassicurata.. il giovane le dice: non ti preoccupare.. sono sterile…
Poi sta figlia che sembra essere la sua spina nel fianco muore improvvisamente… e Isabella abbraccia il suo corpo nudo… diventerà nonna modello e si occuperà della nipotina rimasta orfana... praticamente la terapia gli ha fatto un baffo… è la morte della figlia che non sopportava a rimetterla in sesto.
La storia di per sé biascicata e pretestuosa è nulla in confronto alla pretenziosità di una messa in scena che è un vero e proprio manuale di ciò che un regista non dovrebbe mai fare.
Ci si chiede il perché di una tale operazione ma soprattutto per quale motivo si debbano realizzare film così brutti… questo resta veramente un mistero…
Uscendo dalla sala mi azzardo a chiedere al tipo che strappa i biglietti: non è che per caso è possibile riavere indietro i soldi del biglietto?
Il tipo allarga le braccia fa spallucce e risponde: se fosse possibile….
Lasciando intendere: se fosse possibile ne avrebbe tutto il diritto!
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