Regia di Kirsten Sheridan vedi scheda film
Lui, bel tenebroso, suona e canta in una rock band. Lei, ricco anatroccolo vessato dal padre, fa la violoncellista. S’incontrano per caso, entrambi insoddisfatti della vita; trombano nottetempo sul tetto, giurano di rincontrarsi ma le circostanze sono avverse, e quindi buonanotte; lei resta incinta, ma viene investita da un’auto e finisce all’ospedale, dove il padre le comunica di aver perso il bambino. Non è vero, perché il neonato è vivo e vegeto, e già ode i suoni della musica, sua linfa vitale: che undici anni dopo lo guiderà alla ricerca dei genitori ignari (nel frattempo hanno cambiato mestiere e sono andati ognuno per la propria strada) e alla scoperta della Big Apple, metropoli in cui la musica è prodotta ovunque e da qualsiasi cosa, e un anfitrione conciato come Bono gestisce un teatro abbandonato come neanche nella New York carpenteriana e i numerosi giovani inquilini, bambini senza dimora, senza padri, senza madri, senza niente, ma con un gran talento, tutti artisti nati, un po’ come i pupi della De Filippi. Non preoccupatevi, finirà bene. D’altronde, è una favola. O no? No, è il circo degli orrori, e mette una paura inaudita. Non vorrei mai vivere in un mondo simile.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta