Regia di Kirsten Sheridan vedi scheda film
Mio fratello mi consigliò la visione di questo film che, a parer suo, era molto bello. Dopo averlo visto ho capito che, io e mio fratello, abbiamo metodi di giudizio molto, ma veramente molto, diversi. La fiacchezza della trama, che non ha lo spessore necessario a rendere il film interessante e la recitazione poco profonda degli attori (Robin Williams a parte, comunque sicuramente non alla sua prova migliore) di certo non aiuta a mantenere alta l’attenzione se la storia di fondo manca. L’idea sembra buona e abbastanza sviluppabile, manca la capacità di saper gestire le potenzialità di una trama valida nelle mani di una regista e di un cast, evidentemente, non all’altezza. Se la pecca di Kirsten Sheridan sta’ nel non essere stata in grado di esprimere il meglio attraverso il suo occhio rappresentativo, colpa anche di una fotografia troppo limpida da risultare artefatta, quella di Keri Russell e Jonathan Rhys Meyers è la mancanza di empatia e la scarsa capacità recitativa, soprattutto di lui. Menzione speciale per Freddie Highmore che, essendo davvero bravo (e l’ha dimostrato anche ne “La fabbrica di cioccolato”, più che mai), sembra spesso spaesato ma finisce per far sembrare gli altri fuori luogo, quasi inferiori, a parte Robin Williams che, nei panni country de “Il Mago” fa quasi rimpiangere che non sia stato affiancato da attori di calibro perché è bravo forte, nel ruolo dell’uomo che diventa un po’ il mentore di August Rush e che svilupperà la sua musicale capacità ereditata. Un film che lascia con l’amaro in bocca se si pensa a quello che sarebbe potuto essere se non avesse avuto dei mezzi eccessivamente scarsi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta