Regia di Julie Taymor vedi scheda film
Spacchiamo subito il capello in quattro: la trama è più che altro un pretesto e in alcuni punti è piuttosto improbabile (il ragazzo traumatizzato dal Vietnam che in un paio di canzoni riacquista il ben dell’intelletto ecc. ).E poi è forse troppo lungo e troppo superficiale per certe situazioni che descrive.”Hair” è ben altra cosa e non ci piove.Il finale “All you need is love”suona un tantino di gratuito.Basterebbero però l’inizio sulla spiaggia, “Let it be” a descrivere i funerali congiunti del bimbo di colore e del soldato fidanzato di Lucy, “Helter Skelter” sulle manifestazioni e gli scontri della polizia, “Summer of love”,”Strawberry fields”..Ah, le fantastiche canzoni dei Beatles (e il tempo che accompagnarono)!Questo è l’omaggio di Julie Taymor che le condisce con i suoi barocchismi soffusi, a volte sull’orlo del decorativismo, sempre alla ricerca di una sorta di grazia e armonia.Attinge a piene mani da Kubrick, Luhrman e altri, ma con un certo gusto.Belle comparsate di Salma Hayek e Joe Cocker, menzione speciale per Bono Vox e il suo lisergico prof. Sono uscita dalla sala con la testa piena di musica,c’è bisogno di altro?
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