Regia di Sean Penn vedi scheda film
C’è un giovanotto che cammina per delle aride terre fredde ed innevate e dai suoi scritti capiamo che sono un paio d’anni che è in giro per il mondo. Ora cammina per le “terre selvagge” e sembra ben fiero e cosciente di questo. Lì trova un bus dove si sistema e cerca di sopravvivere con la caccia, in attesa di raggiungere la sua meta: l’Alaska. Da lì in poi il film torna indietro e vediamo questo ragazzo laurearsi e, a poco a poco, il suo essere emerge. Si tratta, come si può ben immaginare, di un ragazzo sensibile ed introverso, appassionato di letteratura e di arte. Pare che sia nato in una famiglia amorevole, ma ci sorprende quando rifiuta un automobile che il padre vuole regalargli con una stizza davvero eccessiva. Si capisce allora, che abbiamo a che fare con un ragazzo fuori dall’ordinario, un alieno, un essere condannato alla solitudine ed all’infelicità.
Dopo la laurea, il giovanotto brucia i suoi soldi e va a zonzo per l’America senza dare più notizie di sé (comunica solo con la sorella). Ascoltiamo i suoi monologhi, i suoi pensieri e, come un mosaico, infine la sua psicologia viene fuori chiaramente. Scopriamo allora che la sua famiglia non è affatto felice come appare. Che i suoi genitori hanno sfiorato il divorzio molte volte e che lui, inoltre, è figlio illegittimo del padre. Questo ragazzo così è in crisi d’identità, non si sente riconosciuto dalla società e vuole costruirsi un’altra anima attraverso il contatto con la Natura selvaggia. Rifugge così dal contatto umano e pare voler fondersi con gli alberi e le montagne. Così punta verso l’Alaska, che diventa per lui lo scopo della vita.
Il merito principale di Sean Penn: è di aver girato il film con un ardore ed una passione senza eguali. Attraverso un intelligente uso di voci fuori campo, musica e paesaggi maestosi (cime innevate, enormi distese verdi e pianeggianti, fiumi che scorrono indomiti attraverso le montagne ecc.), egli sembra sia alla continua ricerca della bellezza. E, talvolta, la raggiunge creando un felice ed emozionante connubio tra la colonna sonora e le immagini e riesce ad evitare, magistralmente, la ridondanza e la retorica. Così Penn tocca spesso il cuore ed infiamma l’animo dello spettatore. E allora questo ragazzo che pare sempre armato di coraggio e prontezza di spirito, questo giovane che ha rinunciato ad una comoda ma falsa vita sociale per riscoprire il legame tra l’uomo e la Natura non può non suscitare ammirazione in chi guarda.
Il protagonista è ottimo nel rappresentare l’ambiguità del suo personaggio e nel mostrare allo spettatore, ciò che di terribile si cela (la situazione familiare ingarbugliata tra l’altro) dietro al suo modo di fare e di vivere. Così i suoi sorrisi, le sue battute e la sua gaiezza, non appaiono mai completi o sinceri ed un’ombra pare continuamente sopravvivere dietro il suo sguardo raggiante. Ed appare chiaro che il giovane, nelle sue lunghe marce, nelle sue scalate e nelle sue battute di caccia, per quanto felice possa sembrare, non voglia altro che evitare di pensare a sé stesso. E' immerso così nel continuo tentativo di nascondersi qualcosa e si capisce che la sua corsa impazzita non finirà mai, perché fugge solo dal suo passato.
Qua e là Into the Wild non è esente da rivoli di autocompiacimento o da influssi di cinema giovanilistico ma, lo ripeto, è un film pieno di sincera passione che tocca spesso il cuore e Terrence Malick non è lontano.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:2 impegno:3 tensione:2
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