Regia di Sean Penn vedi scheda film
A Chris McCandless (Hirsch) non è bastata una laurea a pieni voti per sedare la rabbia nei confronti dei genitori in lite perenne e votati al consumismo più bieco. Ribelle e radicale nelle sue scelte, Chris decide di piantare tutti in asso: al diavolo le carte di credito e i soldi, la felicità lo attende in un lungo viaggio fatto con ogni mezzo (a piedi, in autostop, sul kayak, nel vagone merci di un treno), dal West Virginia fino al Messico e poi su verso l'Alaska, dove spera di poter arrivare a una rinascita interiore.
Articolato secondo i capitoli della biografia di una seconda vita a scandire le diverse tappe del viaggio, il film di Sean Penn ricostruisce una storia vera che è una parabola sull'anticonsumismo più radicale. Ma il film indugia troppo su una rappresentazione della natura da dépliant turistico, contrappuntato dalla voce fuori campo della sorella del protagonista, un tripudio di retorica che fa a pugni con la sobrietà ascetica che è la meta del protagonista. Episodi giustapposti un po' a caso, prolissità narrativa e qualche compiacimento in fase di regia rendono ancora più artificiale un film nel quale il rapporto con la natura assurge a mero teorema. Magnifiche le musiche di Michael Brook, intervallate da qualche canzone del front man dei Pearl Jam, Eddie Vedder.
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