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Into the Wild. Nelle terre selvagge

Regia di Sean Penn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Into the Wild. Nelle terre selvagge

di mm40
4 stelle

Come il protagonista del suo film, Sean Penn si accontenta di soddisfazioni impalpabili, concedendo ai paesaggi lo spazio solitamente riservato ai dialoghi o alle interazioni fra i personaggi. E risultando comprensibilmente di una noia mortale. Ammetto che non mi era mai capitato di voler mandare avanti così spesso un film, ed essendo al cinema il telecomando mi mancava; ma se l'avessi avuto sottomano, penso che avrei avuto bisogno di un tasto autofire al posto del normale ff-cue. La storia è per lo meno abbondantemente romanzata (non è facile credere che un uomo per due anni viva negli Usa, passi la dogana con il Messico e lavori persino a Burger King sotto il nome di Alessandro Supervagabondo e chiunque trovi la cosa ineccepibile) e spesso cade in luoghi comuni e momenti di retorica pura, come un lungo ed immane depliant su un centro di benessere new age. Lo scadente risultato è il merito di tanto gusto per il patetico, ciò a cui il cinema americano odierno sembra non saper rinunciare. Altro che il benessere borghese. Melenso.

Sulla trama

Un giovane fricchettone all'inizio degli anni '90 fugge dalla civiltà per vivere in maniera primitiva a contatto con la natura. Il suo viaggio attraversa gli Usa e finisce in Alaska due anni dopo, quando il suo fisico cede definitivamente allo stile di vita insano e prolungato.

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