Regia di Sean Penn vedi scheda film
Come il protagonista del suo film, Sean Penn si accontenta di soddisfazioni impalpabili, concedendo ai paesaggi lo spazio solitamente riservato ai dialoghi o alle interazioni fra i personaggi. E risultando comprensibilmente di una noia mortale. Ammetto che non mi era mai capitato di voler mandare avanti così spesso un film, ed essendo al cinema il telecomando mi mancava; ma se l'avessi avuto sottomano, penso che avrei avuto bisogno di un tasto autofire al posto del normale ff-cue. La storia è per lo meno abbondantemente romanzata (non è facile credere che un uomo per due anni viva negli Usa, passi la dogana con il Messico e lavori persino a Burger King sotto il nome di Alessandro Supervagabondo e chiunque trovi la cosa ineccepibile) e spesso cade in luoghi comuni e momenti di retorica pura, come un lungo ed immane depliant su un centro di benessere new age. Lo scadente risultato è il merito di tanto gusto per il patetico, ciò a cui il cinema americano odierno sembra non saper rinunciare. Altro che il benessere borghese. Melenso.
Un giovane fricchettone all'inizio degli anni '90 fugge dalla civiltà per vivere in maniera primitiva a contatto con la natura. Il suo viaggio attraversa gli Usa e finisce in Alaska due anni dopo, quando il suo fisico cede definitivamente allo stile di vita insano e prolungato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta